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Come si legge l’etichetta di una bottiglia di vino? Facciamo chiarezza

Etichetta bottiglia vino come leggerla

Principale elemento di attrazione per l’acquisto di un vino, rettangolo bianco pressoché indecifrabile, elemento puramente estetico? L’etichetta desta le più diverse percezioni. In realtà è uno strumento fondamentale per capire la bottiglia che si ha di fronte. Ma come si legge un'etichetta?

Pensiamoci: l’etichetta è il volto di una bottiglia. Non solo esercita grande influenza sull'acquisto, ma è anche ciò che di quel vino si finisce per ricordare di più. Se non si conosce nello specifico la bottiglia che si ha di fronte, l'etichetta diventa l’elemento che determina o meno l’acquisto, perché la si sa leggere o perché si è attratti dalla sua grafica. L'etichetta dà infatti informazioni importanti, che è bene conoscere per acquistare e degustare con consapevolezza.

Cosa si intende per etichettatura?

L’insieme dei termini, delle diciture, dei marchi e delle immagini apposti su qualunque tipo di imballaggio che accompagna un prodotto.

A cosa serve l’etichetta del vino?

L’etichetta è la carta di identità del vino perché ne certifica i requisiti – legali – per la sua commercializzazione. Tutela il consumatore, che capisce cosa sta per bere, e al tempo stesso consente al produttore di raccontare il suo vino. Almeno un po’.

Storia dell’etichetta del vino

Già Egizi e Fenici introducono delle prime forme di etichettatura, dal momento che le antiche anfore vinarie contengono, nella superficie esterna, informazioni sul contenuto. Nel Medioevo il vino è commercializzato in contenitori di terracotta, ai quali sono apposte piccole placche con inciso il nome del vino, appese con catenelle.

Le prime etichette di carta, del tutto simili a quelle moderne, si devono ai nostri cugini francesi. Introdotte nel corso del Settecento, prima sono scritte a mano, poi a stampa.

Un primato italiano è quello della controetichetta, che il Conte Giulio della Cremosina fa apporre nel suo Nebbiolo. Siamo all'inizio dell'Ottocento.

A mano, scrive: Vino Vecchio Nebbiolo della vendemmia 1802 lasciato diventare amaro. (Uve dei vigneti di Val Maggiore e degli Ochetti presso la Vezza, cedute dai Signori Sola, in cambio di nostri Moscati e Brachetti: trasportate dal mezzadro Dionigi e pigiate nella cantina della Cremisina). Dalla Cremisina Nella Settimana Santa del 1806. Il Conte Giulio.

E sulla controetichetta: Chiuso nei litri sotto le feste di Pasqua del 1806 dal nostro cantiniere Michele dopo tre anni di permanenza nelle vascelle di rovere. Vuota adagio: è un vino vecchio e un poco di fondo può averlo. Alla salute!!

Quali informazioni deve contenere l’etichetta del vino?

Il vino deve riportare in etichetta alcune informazioni obbligatorie, mentre altre sono facoltative.

Attenzione: le prime devono essere scritte chiaramente ed essere leggibili senza dover girare la bottiglia.

In generale, le informazioni da riportare in etichetta diventano sempre più puntuali man mano che la qualità della tipologia di vino sale.

INFORMAZIONI OBBLIGATORIE DA METTERE IN ETICHETTA

Ecco le informazioni che trovi sempre nelle etichette delle bottiglie di vino.

Categoria di prodotto (vino, vino liquoroso, spumante, frizzante…). Omissibile se è presente la denominazione di origine, indicazione geografica o menzione tradizionale (Classico, Riserva, Superiore, Gran Selezione…).

Denominazione, cioè DOP, IGP, DOC, DOCG o IGT.

Titolo alcolometrico (% vol), c’è una tolleranza dello 0,5% in eccesso o in difetto.

Provenienza, cioè il territorio in cui le uve sono state vendemmiate e vinificate.

Annata, cioè anno di vendemmia delle uve, solo per DOC e DOCG se almeno l’85% è della stessa annata.

Imbottigliatore, eventuale importatore.

Tenore zuccherino, per gli spumanti.

Presenza di allergeni e di solfiti (se superiori a 10 mg/l).

Lotto di confezionamento, ovvero il numero che identifica le bottiglie confezionate in un contenuto lasso di tempo.

Quantità.

INFORMAZIONI FACOLTATIVE DA METTERE IN ETICHETTA

Queste le informazioni che si possono trovare in etichetta.

Produttore, eventuale distributore.

Indicazione di abbazia, castello, rocca… per vini a Denominazione di Origine, riferiti all’azienda agricola a patto che tutte le operazioni si svolgano lì.

Logo che identifica eventuali allergeni.

Annata delle uve se almeno l’85% è della stessa annata (per DOC e DOCG l’annata in questo caso è obbligatoria, come visto sopra).

Varietà delle uve: si può nominare un solo vitigno se rappresenta almeno l’85% delle varietà usate; si possono nominare due o più vitigni se rappresentano la totalità delle varietà utilizzate, solo per i vini a Denominazione di Origine (cioè puoi nominare una sola varietà se questa è maggioritaria e se ne indichi più di una, devi indicarle tutte).

Tenore zuccherino, solo per i vini non spumanti.

Metodo di elaborazione o invecchiamento, solo per vini a Denominazione di Origine (Superiore, Vino novello…).

Metodo di produzione degli spumanti DOP/IGP.

Indicazione di unità geografiche più piccole di DOP/IGP, se almeno l’85% dell’uva viene da quelle zone (solo per vini a Denominazione di Origine).

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