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Le selezioni di agosto - la mitica albana

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LA MITICA ALBANA, nella nostra tappa #29, guidata dal sommelier Marco Casadei (vincitore master Friulano 2016, master del Sangiovese 2017, master dell’albana 2017)

Fattoria Zerbina, Marzeno (RA)

Su Fattoria Zerbina potrei raccontarvi molte cose: una storia di oltre 50 anni sulle colline di Faenza, nella zona Marzeno. La svolta qualitativa avviene nel 1987, con l’ingresso in azienda dell’attuale proprietaria Maria Cristina Gemignani, che inizia un grande lavoro sul sangiovese, con la riscoperta dell’alberello romagnolo - una forma di allevamento antica, da sempre presente in questa parte della Romagna. E ancora: la scelta di investire sull’albana nel suo periodo più buio e la scommessa, visionaria e vincente, di cercare la via della muffa nobile su questo straordinario vitigno.

Ma, oltre a tutto questo, voglio raccontarvi della grande precisione e passione che Cristina mette ogni giorno nella cura delle sue vigne, che ho testato personalmente lavorando in azienda durante la difficile vendemmia 2014. Attenzione massima, cura del dettaglio e soprattutto entusiasmo contagioso! Un pezzo di storia della Romagna del vino e in particolare dell’albana, che non poteva mancare nelle vostre box.

Marta Valpiani, Castrocaro Terme (FC)

Saliamo sulle colline sopra la città di Castrocaro Terra del Sole e ci troviamo davanti a un panorama mozzafiato che racconta tutta la bellezza – aspra e arida – dei calanchi romagnoli. Qui si trova l’azienda Marta Valpiani, una piccola realtà artigiana, nata nel 1999, che ha puntato fin da subito sui due vitigni romagnoli più importati: sangiovese e albana.

La grande crescita qualitativa delle ultime vendemmie è avvenuta anche grazie alla mano felice e aggraziata di Elisa, figlia di Marta, che cura personalmente vigna e cantina, e alla sua grande capacità di restituire nel calice il terroir unico di questa zona della Romagna, fatto di calcare, con la tipica formazione delle spungone romagnole, sabbie gialle e argille azzurre.

Vini di precisione, che partono da una grande cura della vigna e dalla salvaguardia delle sue diversità, a cui seguono pochissimi interventi in cantina, dove il cemento la fa da padrone.

Tensione, bevibilità e tutte le sfaccettature minerali che l’albana esprime nella zona di Castrocaro sono i marchi “di fabbrica” delle Albana di Elisa.

Ancarani, Faenza (RA)

Sulle prime colline tra le città di Forlì e Faenza, più precisamente ad Oriolo dei Fichi dove la storica rocca presidia questi luoghi fin dal 1457, incontriamo l’azienda Ancarani, piccola e dinamica realtà romagnola che coltiva da anni solo varietà autoctone, nel pieno rispetto della biodiversità del territorio.

Le albane della cantina sono vini solari, accoglienti e conviviali proprio come chi li produce. Raccontano in maniera fedele di queste splendide colline dove in estate, oltre al verde delle vigne, è l’oro il colore predominante che si compone delle tonalità dei campi di grano, dei terreni composti da sabbie gialle – che donano all’albana le sfumature minerali –, e dei lunghi biondi grappoli di albana.

Approccio contadino, produzione artigianale ma anche tanta preparazione e precisione, i vini di Rita e Claudio sono così: vi accoglieranno sempre con un sorriso e vi faranno divertire.

BOX ENTUSIASTA

Bianco di Ceparano, Romagna Albana Secco, Fattoria Zerbina

Vigne di circa 20 anni. Fermentazione in acciaio su lieviti selezionati in azienda, che Cristina utilizza ormai da molti anni. Dopo la fermentazione il vino rimane in cemento sui propri lievi per alcuni mesi prima dell’imbottigliamento che avviene in primavera.

Un vino che esalta la freschezza dell’albana senza rinunciare a struttura e profondità. Giallo paglierino luminoso, con riflessi verdi. Il naso si apre delicato su profumi che vanno dall’agrume alla pera, fino a un tocco leggero di erbe aromatiche come la salvia fresca…

Sorso rinfrescante e verticale, corredato di sale, chiude su un finale di media persistenza.

Una bellissima versione di Bianco di Ceparano, figlio di un’annata fresca in Romagna e di grande prospettiva. Un vino che può invecchiare a lungo e raggiungerà l’apice tra i 2 e i 3 anni.

Servire a 10-12°C.

Abbinamento: tartare di salmone, avocado e scorza di lime.

Delyus, Marta Valpiani

Questa albana è prodotta nelle vigne più giovani. La raccolta avviene verso fine agosto.

Fermentazione spontanea, vinificazione in acciaio, affinamento in cemento per 6 mesi.

Colore giallo paglierino con riflessi dorati, molto luminoso.

Il naso si apre delicato, tutto giocato sui profumi minerali, che spaziano dalla roccia alla salsedine. Poi arriva il frutto giallo croccante.

Il sorso fila diritto come una freccia, tra una freschezza elettrica e tanta sapidità sul finale, caratteristiche che fanno subito venire voglia di un secondo calice.

Un vino da bere già da oggi, ma che può migliorare in bottiglia per altri 1-2 anni.

Servire a 10-12°C.

Abbinamento: mazzancolle al sale dolce di Cervia.

Perlagioia, Ancarani

Questa Albana proviene da una selezione degli impianti più giovani dell’azienda: qui i terreni sono composti principalmente da argilla e limo. L’annata è stata poco produttiva, la Peronospera ha creato gravi problemi in un maggio e giugno molto piovosi. Quindi le piante avevano poca uva, ma molto concentrata. Il vino fermenta in acciaio, senza contatto con le bucce. La fermentazione è spontanea. Affina in cemento sui suoi lieviti fino a tarda primavera. Poi ultimo passaggio in acciaio, leggerissima filtrazione a cui segue l’imbottigliamento.

Giallo paglierino con riflessi dorati. Naso invitante con note di albicocca, pesca a pasta gialla a cui seguono sensazioni minerali. Sorso goloso, piacevolmente caldo, disteso e fresco al punto giusto; chiude con un finale succoso e saporito.

Buono fin da subito o da fare affinare ancora qualche mese in bottiglia per ancora maggiori soddisfazioni.

Servire a 10-12°C.

Se l’Albana sta bene a tavola, questo Perlagioia ancora di più! Provatelo con lasagna bianca con zucchine e mazzancolle.

BOX ESPERTO

Tergeno Ravenna bianco, Fattoria Zerbina

Una parte delle uve (60%) è raccolta nello stesso periodo di quella del Bianco di Ceparano (Box Entusiasta), l’altro 40% invece è raccolto tardivamente, con attacco di botrytis.

Le vigne hanno circa 20 anni. Fermentazione in acciaio su lieviti selezionati in azienda che Cristina utilizza ormai da molti anni.

Un’interpretazione dell’albana originale e intrigante. Profumi eleganti di pesca a pasta bianca, albicocca, un tocco leggero di zenzero candito e una mineralità rocciosa. La bocca è la vera forza di questo vino: gioca sui contrasti, tra morbidezze e durezze. Da una parte apre calda, materica e con un tocco leggermente dolce, dato dalla raccolta tardiva delle uve. Caratteristiche che lasciano presto spazio a una tensione acida evidente, che slancia il palato e lo allunga verso un finale saporito e molto lungo. Un vino che nasce dai contrasti, ma trova fin da subito il suo equilibrio, che manterrà a lungo in bottiglia.

Le mie esperienze di assaggio mi dicono che questo vino avrà una vita molto lunga, fino ai 10 anni!

Servire a 10-12°C.

Abbinamento: scaloppa di fois gras con cipolla rossa di Tropea caramellata e quenelle di patate al profumo di timo.

Madonna dei Fiori, Marta Valpiani

Il Madonna dei Fiori proviene da quattro diverse parcelle di vigna che si trovano lungo la vallata del fiume Montone, partendo da Terra del Sole fino ad arrivare quasi a Dovadola.

L’uva proviene da vigne molto vecchie che hanno dai 30 ai 60 anni.

La raccolta avviene verso fine agosto. Fermentazione spontanea, vinificazione in acciaio, affinamento in cemento per 6 mesi, poi in bottiglia per 8-10 mesi prima di uscire sul mercato.

Il colore è un giallo dorato molto luminoso.

Il naso si apre su note dolci, di camomilla, albicocca, pesca gialla matura, poi la mineralità diventa protagonista con i suoi tratti marini e salmastri, sul finale si avverte anche un tocco di rosmarino.

Sorso rotondo, piacevolmente caldo, ha struttura, carnosità una mineralità incisiva, ma soprattutto un finale molto lungo e saporito.

Inizia adesso ad esprimere le sue potenzialità, fra un paio d’anni sarà ancora più al top.

Servire a 10-12°C.

Abbinamento: cappelletti in brodo di cappone.

 

Santa Lusa, Ancarani

Il Santa Lusa proviene dalle vigne più vecchie dell’azienda (34 anni) allevate con la tipica pergoletta romagnola. I terreni, ricchi di sabbie, sono i più alti dell’azienda: guardano il mare e la Torre di Oriolo. Le uve sono a raccolte a piena maturazione, quasi in leggera surmaturazione. Breve macerazione sulle bucce, per circa 3 giorni.

La fermentazione viene fatta in acciaio, poi il vino fa un lungo affinamento in cemento di circa un anno e mezzo. Poi ultimo passaggio in acciaio, leggerissima filtrazione a cui segue l’imbottigliamento.

Il vino sembra oro liquido nel calice. Il naso si apre su profumi minerali, seguiti da frutta gialla matura come la mela golden, poi fieno ed erbe aromatiche essiccate. Bocca ricca, carnosa (ha tanta materia!), salina; la freschezza non manca affatto nonostante un’estate torrida in Romagna.

Già ottimo adesso, può migliorare ancora in bottiglia per 1-2 anni.

Servire a 10-12°C.

Molto piacevole anche la sensazione tannica che dà un tocco in più a questo vino rendendolo adatto ad abbinamenti spesso inaspettati per un bianco come una tajine di pollo e verdure.

 

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