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Le selezioni di gennaio - grandi rossi del Trentino

Lago di Cavedine Pisoni

WINE BOX DI gennaio: grandi rossi del Trentino

Tappa #34

Guidata dalla sommelier Cristina Mercuri

Wine Educator e Consultant

Tenuta San Leonardo, Avio (TN)

Se ne parla dal ‘600. La Tenuta è stata prima proprietà della Chiesa, poi è stata venduta alla famiglia dei Marchesi Guerrieri Gonzaga che hanno rispettato e valorizzato questi splendidi 26 ettari nel cuore della Vallagarina. Carlo e Anselmo, insieme ai dipendenti, conducono la Tenuta in regime biologico e con un sistema di sostenibilità che pone l’attenzione non solo al rispetto dell’ambiente, ma anche alle risorse umane ed energetiche.

La zona è particolarmente vocata: il lago di Garda assicura un clima moderato, il vento Ora, che soffia il pomeriggio da sud, mantiene le uve sane e asciutte. Qui le api aiutano la naturale biodiversità, i sovesci di leguminose e senape aiutano l’equilibrio nutritivo e la salubrità del suolo, e gli oli essenziali di agrumi garantiscono la lotta ai nemici della vite.

I vini vengono prodotti con il minimo intervento: solo lieviti autoctoni e fermentazioni in cemento con gentili rimontaggi per gestire la macerazione dei vitigni simbolo dell’azienda: Cabernet Sauvignon, Merlot ma soprattutto Carmenere, signature di ogni vino.

Tutte le referenze, dal più approcciabile al super premium San Leonardo – eletto miglior vino rosso d’Italia – hanno un’anima vibrante, un corpo elegante e un potenziale di invecchiamento invidiabile.

Villa Corniole, Giovo (TN)

Voce alla famiglia, voce alle donne! Qui Maddalena Nardin conduce la cantina con le tre figlie facendo attenzione a valorizzare ogni singolo appezzamento con il vitigno e il sistema di allevamento più adatti. L’azienda si trova in Val di Cembra, con alcuni ettari vitati anche in Piana Rotaliana, molto diversificati per altitudine e per suolo. Inutile sottolineare come la morfologia della regione, fatta di inclinazioni ripide e muretti a secco, non permette altro che interventi manuali, molta dedizione, e tanto amore.

I vitigni coltivati sono quelli della tradizione: Teroldego, Marzemino, Chardonnay, Müller Thurgau e Lagrein. Ognuno viene curato con un regime di minore invasività possibile e il rispetto della terra è contraccambiato con vini di grande qualità: concentrati, tesi, acidi, decisi e croccanti, dalla profondità e complessità unici.

Villa Corniole è spesso premiata per il suo Müller Thurgau, il migliore d’Italia.

Azienda Agricola Pisoni, Pergolese (TN)

Una delle più famose aziende trentine. Perché? Perché produce egregiamente, e in regime biodinamico non certificato alcune delle eccellenze che hanno reso la regione famosa in tutto il mondo. Qualche esempio? Sono leader nella produzione di grappe, che distillano nella loro cantina nella Valle dei Laghi. Sono tra i pochi rimasti per la produzione del rarissimo Vino Santo Trentino, un vino da dessert prodotto con uva Nosiola, appassita sui graticci e affinata per oltre sette anni in legno. Sono ideatori di un progetto di crowdfounding tra i più ammirevoli della regione (“Your vine, Your wine”), che permette di adottare una pianta di Rebo, un incrocio ottenuto da Teroldego e Merlot.

Il loro racconto è genuino e riflette la filosofia agronomica biodinamica, l’ecosistema naturale è un ambiente unico e va visto in maniera olistica, mirando a tutelare la sua vitalità ed energia. I vini sono sani, puliti, vibranti e strutturati.

Azienda Agricola Grigoletti, Nomi (TN)

C’è il nonno in vigna, che cura la campagna, c’è il babbo in cantina, che segue la vinificazione. Poi c’è la mamma in show room a seguire le vendite e i figli che studiano per prendere – un giorno – le redini dell’azienda.

Si respira aria di famiglia quando si mette piede in questa piccola azienda sulle rive dell’Adige, nella Vallagarina. L’azienda coltiva i vitigni autoctoni, come il Marzemino, ma anche internazionali, come Merlot e Chardonnay.

Qui ci si sente davvero a casa, perché quando Carmelo, versandoci un calice di Marzemino, ci racconta dei sacrifici e della passione per i propri vini sorride, ma gli vengono gli occhi lucidi di chi sa cosa c’è dietro un calice.

I vini Grigoletti sono molto onesti. Sono i più felici e facili che abbia assaggiato nella sottozona Vallagarina. Sono vini che non annoiano mai, perché sono succosi, fruttati, ma leggeri. Il loro cavallo di battaglia è proprio così: un Marzemino da bere da solo o in compagnia di un bel panino con lo speck, per un pic-nic nelle verdi e soleggiate valli del Trentino.

BOX ENTUSIASTA

Teroldego, Pisoni

Il Teroldego è un vitigno bandiera del Trentino, ama i terreni ben drenanti, con buona percentuale di argilla e gesso, riesce a raggiungere la piena maturazione fenolica proprio perché si trova in questa splendida regione, fatta di vallate e colline, beneficiando quindi dell’altitudine, che dona luce, escursione termica e ventilazione.

Si presenta rosso rubino profondo con aromi pronunciati di frutta rossa croccante, non surmatura, accompagnata da note delicatamente floreali che ricordano la viola, nota tipica del vitigno, il tutto gentilmente arricchito da una nota lievemente smoky, data dal legno in maturazione, ben integrato, che dona complessità ed esalta la parte fruttata. Palato secco, con alcol 13%ABV che dona una nota calda e avvolgente, ben bilanciata da acidità alta ma rinfrescante, tannini medio-alti ma molto maturi e vellutati, lievemente granulari, che aggiungono corpo e struttura a questo vino dal corpo medio, giustamente vibrante e pienamente guidato dal frutto, dal finale medio ma piacevole.

Vino da bere adesso, anche se può beneficiare di uno o due anni di invecchiamento in bottiglia.

Abbinamento: peperoni ripieni di carne cotti al forno. Servire a 16°C.

Marzemino, Grigoletti

Il più giocoso e divertente dei rossi, dal vitigno tipico della Vallagarina, definito il più gentile del Trentino per la capacità di produrre vini dal modesto tenore alcolico e grande carattere fruttato.

Ha un colore rubino con riflessi violacei, tipico del vitigno. Al naso è un’esplosione di frutta rossa e nera, con una bella nota di rosa e violetta, super succoso! Al palato è rotondo, con un corpo abbastanza esile dato dall’alcol medio a 12,5%ABV e un’acidità medio-alta, ma gentile e rinfrescante, che sottolinea la sua beva immediata e divertente. I tannini sono soffici e setosi, contribuendo al gusto succoso e al finale fruttato.

Davvero un’esplosione di frutta, questo vino va bevuto oggi, per godere tutta la freschezza e la trama vivace e fruttata.

Abbinamento: goderne con salumi tipici o carne salada, anche a merenda! Servire tra 14 e 16°C.

Terre, San Leonardo

San Leonardo è la Tenuta che per molti anni ha vinto il premio come miglior vino rosso d’Italia. La sua filosofia biologica è improntata alla valorizzazione del Trentino come territorio ancora incontaminato. Qui la brezza del vento Ora asciuga i vigneti al pomeriggio, limitando gli interventi in vigna al minimo e lasciando spazio alla biodiversità. Terre rappresenta il bigliettino da visita di tutto questo.

Nel calice ha un colore rubino medio, naso elegantissimo di frutta rossa matura e more, una leggera nota di prugna e spezie date dall’assemblaggio a regola d’arte tra Cabernet Sauvignon, Merlot e un 10% di Carmenere, vitigno signature della Tenuta. Palato altrettanto elegante con una certa rotondità molto ben bilanciata da una spiccata acidità, che regala freschezza e ci rende pronti per un altro assaggio. Mediamente tannico, con tannini fini e maturi, che contribuiscono alla trama fitta e alla concentrazione di questo vino, dal finale lungo e piacevolmente fruttato.

Vino rosso di medio corpo che lascia ampio spazio al frutto. Il legno appena percettibile esalta le note succose. Un vino complesso ma non austero, adatto a un consumo attuale, se si desidera premiare la freschezza e croccantezza del frutto, ma capace di migliorare nel tempo grazie alla concentrazione e all’acidità ben alta: tra 3-4 anni avrà acquisito ulteriore complessità e profondità.

Abbinamento: servitelo con una parmigiana di melanzane con speck, oppure guancina di maiale al forno, a 16-18° C.

 

BOX ESPERTO

Rebo Dolomiti, Pisoni

Il Rebo è un vitigno creato dall’incrocio tra Teroldego e Merlot proprio nella Piana Rotaliana. Si pone quindi come vitigno non solo bandiera della zona, ma anche dell’azienda Pisoni, che ha deciso di investire sulla sua diffusione anche con la campagna sociale “Adotta una vite”. Chi lo desidera, può adottare una pianta e prendersene cura anno dopo anno. Un progetto benefico che insegna l’amore per la vita e la natura.

Si presenta rubino profondo, con un naso pronunciato di frutta matura e scura, piccole bacche e prugna, con una lieve nota smoky che aggiunge grazia e invita al sorso. Palato ricco, denso, succoso: l’alcol elevato (14%ABV) è assolutamente molto ben integrato e in equilibrio con l’acidità, che si presenta alta e vibrante e fa tandem con un tannino evidente, ma vellutato e levigato dal legno. Un finale lungo e speziato, che conferma il corpo pieno ma non austero di questo vino.

Un vino pieno, ricco e denso. La nota di legno si percepisce (18 mesi in barrique), ma lo stile resta guidato da un frutto intenso e caldo, maturo. Un vino alcolico, ma ben bilanciato dalla struttura tesa, che lo rende approcciabile adesso, ma adatto all’invecchiamento.

Darà il meglio di sé tra 5-6 anni.

Abbinamento: da degustare assieme a selvaggina, o cervo con composta di lamponi. Si degusta a 16-18°C.

Teroldego, Villa Corniole

Il Teroldego è un vitigno bandiera del Trentino, ama i terreni ben drenanti ma con buona percentuale di argilla e gesso, riesce a raggiungere la piena maturazione fenolica proprio perché si trova in questa splendida regione, fatta di vallate e colline, beneficiando quindi dell’altitudine, che dona luce, escursione termica e ventilazione. Villa Corniole alleva le viti di Teroldego in Piana Rotaliana e le vinifica nella cantina di montagna in Valle di Cembra. In particolare, il suolo da cui queste uve originano è alluvionale, di riporto del torrente Noce, caratterizzato da grande fertilità in superficie e ottimo drenaggio sottostante, ricco di scheletro, a seguito dei detriti di varia natura portati a Valle dal Torrente Noce nel corso dei millenni.

Un vino rubino profondo con aromi pronunciati di frutta rossa croccante (lampone, ciliegie…), accompagnata da note delicatamente floreali che ricordano la viola, ed erbacee come il fieno essiccato, il tutto gentilmente arricchito da una nota smoky, data dal legno, ben integrata, che dona complessità ed esalta la parte fruttata. Palato secco, con alcol 13%ABV che regala una nota calda e avvolgente, ben bilanciata da acidità alta ma rinfrescante, tannini medio-alti ma molto maturi e vellutati, fini, che aggiungono corpo e struttura a questo vino dal corpo medio, giustamente vibrante e pienamente guidato dal frutto, dal finale lungo e lievemente speziato.

Vino rosso complesso, dove la nota di legno accompagna ed esalta una beva guidata dal frutto, texture rotonda con tannini evidenti ma delicati, lieve nota smoky e di erbe selvatiche che dona complessità.

Vino da bere adesso, anche se può beneficiare di uno o due anni di invecchiamento in bottiglia.

Abbinamento: grigliata mista di carne. Servire a 18° C.

Villa Gresti, San Leonardo

San Leonardo è la Tenuta che per molti anni ha vinto il premio come miglior vino rosso d’Italia. La sua filosofia biologica è improntata alla scoperta del Trentino come territorio ancora incontaminato. Qui la brezza del vento Ora asciuga i vigneti al pomeriggio, limitando gli interventi al minimo e lasciando spazio alla biodiversità. Villa Gresti rappresenta una delle punte di diamante della Tenuta, e chi lo assaggia non potrà resistere dal voler degustare tutta la gamma.

Rosso rubino profondo, naso pronunciato, di grandissima eleganza: note di frutta scura, come mora e prugna, si affiancano a una lieve nota di tabacco, il tutto accompagnato da una leggera nota tostata, data dall’affinamento in barrique di primo passaggio per circa 12 mesi. Il legno non solo esalta il frutto, rendendolo più caldo e serio, ma contribuisce a polimerizzare i tannini, che risultano alti, granulari, tipici del Merlot, ma molto avvolgenti e vellutati. Il 10% di Carmenere, signature della Tenuta, contribuisce con la nota speziata, il tannino fitto e la trama profonda. La beva resta piacevole grazie all’acidità alta e rinfrescante, lasciando spazio a un finale lungo e lievemente smoky.

Un vino pieno, ma che fa dell’eleganza e del frutto la sua bandiera. Un vino gastronomico ma non austero, grazie alla trama rinfrescante.

Una struttura piena e ben tesa, evidenzia un vino ancora giovane, approcciabile adesso, ma che darà il meglio di sé tra almeno 10 anni. Un vino da tenere in cantina come un piccolo tesoro.

Abbinamento: da provare con strangolapreti alla trentina. Va servito a 16-18°C.

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